Figura centrale della storia urbanistica del secondo dopoguerra, Eirene Sbriziolo è stata una indiscussa protagonista del dibattito culturale e politico in Campania.
Impegnata nella tutela della sua città e del Mezzogiorno, fu presidente dell’Ordine degli architetti della Campania e del Molise, parlamentare Pci negli anni ’70, consigliere regionale Pds dal ’90 al ’95, assessore regionale all’urbanistica e, infine, assessore provinciale ad Avellino.
Di indole mite, ma estremamente tenace nel perseguire i suoi intenti, Eirene possedeva conoscenze, capacità tecniche, passione politica e abilità amministrativa, oltre che autentica autorevolezza.
Nella sua veste di funzionario pubblico del Genio Civile, non conobbe sosta nel suo impegno politico, quando le donne architetto erano poche e raramente riuscivano a ricoprire posti di direzione.
Fu tra i fondatori della Fondazione Mezzogiorno-Europa, alla cui rivista collaborò costantemente, scrivendo soprattutto sui temi dell’area metropolitana.
Si adoperò per ridurre le disuguaglianze sociali nella città di Napoli, coniugando progettazione urbanistica e giustizia civile.
Dopo la scomparsa di Ezio De Felice nel 2000, sua moglie Eirene Sbriziolo, anch’ella architetto e urbanista, volle dare vita nel 2005 alla Fondazione, per realizzare il desiderio del marito di trasformare il Teatro in un luogo dedicato ad attività culturali e sociali, aperto alla città e al mondo del sapere.
Questo prestigioso e leggendario luogo, bagnato dal mare di Posillipo, da allora accoglie la Fondazione De Felice, che Eirene ha guidato con passione e dedizione fino alla sua scomparsa nel 2013.
E in effetti senza Eirene la Fondazione De Felice e le sue donazioni non sarebbero mai esistite. Ezio De Felice, che in vita non si sarebbe mai staccato dai suoi oggetti, con fiducia le affidò le sue volontà, sapendo che ne avrebbe dato seguito.
Una donna razionale, precisa, equilibrata, estremamente misurata che affiancava la personalità di Ezio De Felice, uomo guidato dal fuoco, dalla passione e dall’impeto geniale.
Il ritratto, che emerge dalle memorie, delinea il profilo di una donna intenta a costruire sinergie tra i diversi interessi e approcci e a tradurre in atti concreti le idee.
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